Responsabilità Sociale
Calcio femminile: il progetto fotografico che celebra la passione di 11 calciatrici italiane
Se parliamo di calcio i nostri bias e le nostre convinzioni ci portano a pensare solo ed esclusivamente a giocatori di sesso maschile. Eppure, il calcio femminile negli ultimi anni ha compiuto notevoli progressi in termini di popolarità e riconoscimento a livello globale. Un progetto fotografico della Lega Nazionale Dilettanti celebra la storia e il percorso di 11 calciatrici italiane.
Le radici del calcio femminile affondano in Gran Bretagna, luogo d'origine del football. Durante la Seconda rivoluzione industriale, le squadre di calciatrici iniziarono a formarsi come attività ricreativa per le operaie. Tra queste, il Dick, Kerr's Ladies Football Club, fondato nel 1894 dalle lavoratrici della fabbrica di vagoni, locomotive e munizioni Dick, Kerr & Co. è il club più antico di cui si abbia notizia. Il primo incontro registrato si svolse l'anno successivo, dando inizio alla storia del calcio femminile. In Italia invece la storia del calcio femminile comincia negli anni '30, quando a Milano nasce il “Gruppo Femminile Calcistico”, seppur con vita breve. Dopo la seconda guerra mondiale, nel 1946, Trieste vede la formazione di due squadre femminili, la Triestina e la San Giusto. Queste squadre organizzarono una serie di partite in tournée per promuovere il ritorno di Trieste all'Italia.
Grazie agli sforzi delle pioniere che hanno combattuto contro i pregiudizi, le donne nel calcio sono riuscite a conquistare un ruolo sempre più importante pur affrontando, ancora oggi, non poche difficoltà. Un contributo fondamentale in questo percorso è stato dato dalla Lega Nazionale Dilettanti, impegnata attivamente per promuovere e sostenere il calcio femminile per abbattere le barriere che ancora oggi possono ostacolare la crescita del movimento calcistico femminile.
Tra i numerosi progetti e iniziative della LND troviamo un progetto fotografico che racconta le storie di undici donne del calcio, tracciando un percorso fatto di sfide, sacrifici e coraggio. Questo viaggio, che illustra le "montagne da scalare" che queste atlete affrontano sia sul campo che nella vita quotidiana, mette in luce il loro impegno e la loro passione. Queste calciatrici devono conciliare gli impegni sportivi con quelli lavorativi, di studio e familiari, spesso affrontando grandi sacrifici. La domanda "Ma chi ve lo fa fare?" è frequente, ma queste atlete non se la pongono mai, spinte da un amore incondizionato per il gioco. Questo progetto nasce con l'intento di celebrare e far conoscere le storie delle calciatrici della Lega Nazionale Dilettanti. Le undici storie rappresentano il numero di una squadra di calcio, simboleggiando l'unità e la forza del movimento calcistico femminile in tutto il Paese. Tra queste storie, c'è anche quella toccante di una madre e di una figlia, un esempio perfetto di come il calcio possa unire generazioni diverse in un comune amore per lo sport. Le atlete si scontrano ancora oggi con stereotipi che minimizzano le loro abilità e il loro impegno. Frasi quotidiane che alimentano bias e stereotipi come "Il calcio è uno sport per uomini" o "Le donne non dovrebbero giocare a calcio" sono purtroppo ancora diffuse e condivise. Questi pregiudizi non solo sminuiscono le capacità delle calciatrici, ma scoraggiano anche molte giovani ragazze dall'intraprendere questa carriera. Ma è davvero uno sport riservato ai soli uomini? Assolutamente no e queste splendide atlete ce lo hanno dimostrato.
Intervista a Luca De Simoni, Coordinatore dell'Area Responsabilità Sociale LND
LND supporta le giovani calciatrici che aspirano a diventare professioniste, in che modo?
Negli ultimi 5 anni il numero delle calciatrici è passato da 36 mila ad oltre 60 mila, è quasi raddoppiato dunque. Tuttavia, il movimento del calcio femminile rappresenta solo il 3.9% dei tesserati. Questi numeri ci dicono che si sta facendo un lavoro importante e la direzione è quella giusta, ma anche che c’è ancora tanto lavoro da fare. I percorsi sviluppati dal Settore giovanile e scolastico insieme agli investimenti portati avanti negli anni hanno contribuito sicuramente a una duplice crescita dal punto di vista tecnico ma anche mediatico.
Quali sono i pregiudizi più comuni che le giovani atlete devono affrontare quotidianamente e come LND si impegna a promuovere un'immagine positiva del calcio femminile?
Il calcio femminile deve ancora oggi affrontare numerosi pregiudizi e stereotipi, soprattutto quelli legati all'orientamento sessuale e alle capacità tecniche e fisiche delle calciatrici. Fortuanamente, questi preconcetti stanno trovando sempre più smentite grazie all'elevato livello tecnico raggiunto dalle atlete. Un esempio significativo è la Roma femminile, che riempie settimanalmente lo Stadio delle Quattro Fontane all'Eur. In occasione della Champions League contro il Barcellona ha registrato un tutto esaurito all'Olimpico. La LND si impegna concretamente su vari fronti per sostenere la crescita tecnica del calcio femminile e il suo sviluppo scolastico, fornendo anche supporto economico. A livello valoriale, stiamo lanciando numerosi progetti e iniziative, sia a livello locale che nazionale, per promuovere l'inclusione e sostenere le ragazze che si dedicano con passione al calcio, nonostante il divario retributivo rispetto ai colleghi maschili. Il nuovo progetto mira proprio a promuovere il movimento calcistico femminile e a evidenziare la dedizione delle calciatrici, che spesso devono intraprendere percorsi paralleli, lavorativi o accademici. In uno dei miei recenti incontri universitari, ho lanciato una provocazione: quanti ragazzi, nelle condizioni delle calciatrici, continuerebbero a giocare senza percepire lo stipendio attuale? Probabilmente molti abbandonerebbero per fare altro e questo ci fa rendere quanto quanto sia maggiore la passione delle calciatrici.
C'è un messaggio vorresti trasmettere alle giovani ragazze che aspirano a giocare a calcio, nonostante le difficoltà?
Il messaggio che vorrei trasmettere, e che desideriamo diffondere come Lega Dilettanti attraverso questa campagna di promozione del movimento, è quello di superare le barriere. Il progetto, denominato "sopra la barriera", ha l'obiettivo di oltrepassare gli stereotipi e i pregiudizi che ancora oggi circondano il mondo del calcio femminile. Fortunatamente questi preconcetti stanno cadendo uno a uno grazie al lavoro già svolto e a quello che continueremo a fare in futuro. Sono dell'idea che la strada che abbiamo intrapreso è quella giusta e, grazie al crescente riconoscimento mediatico e tecnico del calcio femminile, il percorso è sempre più agevole. Il nostro messaggio è di non arrendersi, perché come istituzione sportiva siamo al fianco del movimento del calcio femminile più che mai.
Un grande traguardo ulteriore è stato raggiunto grazie alla Lega Dilettanti che ha ricevuto 5 borse di studio e un riconoscimento per l'impegno sociale durante la cerimonia del prestigioso premio Armando Curcio. Il Premio Armando Curcio, giunto alla diciottesima edizione, individua quelle eccellenze culturali che si sono maggiormente distinte nell’avvicinare i giovani alla cultura e alla lettura, nell’abbattere le barriere all’istruzione e nel diffondere messaggi di inclusività.
«Le borse di studio donate dall'Istituto Armando Curcio alla Lega Nazionale Dilettanti testimoniano un percorso che ha come obiettivo la creazione di valore nel rettangolo di gioco ma non solo. Un'ulteriore dimostrazione del ruolo sociale che può giocare la LND», ha dichiarato Giancarlo Abete, Presidente LND.
A ritirare le borse di studio e il riconoscimento, in rappresentanza del Presidente Abete, è stato proprio Luca De Simoni, Coordinatore Area Responsabilità Sociale LND. Del Premio Armando Curcio, nel corso della sua storia, sono state insignite donne e uomini del mondo del giornalismo, della cultura, delle imprese, della scuola, del cinema e del teatro. Persone che nell’arco della propria carriera si sono attivate per promuovere, con le loro iniziative, la crescita culturale delle giovani generazioni.
FONTE: https://www.thewom.it/culture/wompower/calcio-femminile-progetto-fotografico articolo di Benedetta De Luca